Cultura della sicurezza. Dal punto di vista antropologico, sono stati identificati quattro fattori principali che influenzano la cultura della sicurezza, cioè come facciamo le cose quando parliamo di salute e sicurezza sul lavoro.
Questi fattori sono di seguito riportati:
- Le Abitudini: le cose che facciamo giorno dopo giorno e che semplicemente diventano normali nell’ambito del lavoro;
- Il Credo: le cose che le persone credono relativamente alla sicurezza sul lavoro;
- Il Linguaggio: come le persone parlano della sicurezza;
- L’Ambiente fisico: la “configurazione” del luogo di lavoro.
In questo articolo ci soffermiamo sui CREDO.
Cosa è il Credo o Credenza?
Il Credo, come detto, è la cosa che le persone credono relativamente alla sicurezza ed esso ha un effetto importante sui comportamenti nel luogo di lavoro. Immaginiamo, per esempio, un’azienda in cui il valore “profitto” sia l’unica cosa importante. Probabilmente, per le persone che lavorano, sarà normale prendere dei rischi per la sicurezza evitando, per esempio, di usare i guanti o altri DPI perché rallentano il lavoro oppure “by-passano” le protezioni di una macchina per velocizzare l’operazione.
Il Credo, inoltre, ha la peculiarità di trasmettersi rapidamente ai nuovi assunti ed è così radicato nella cultura aziendale da divenire difficile e lungo da cambiare.
La cultura e di conseguenza il Credo che ne è parte, può essere misurata attraverso questionari da sottoporre ai dipendenti e, nella mia esperienza, ho constatato che spesso le persone non sanno esattamente spiegare con degli esempi concreti il perché di una certa credenza.
Ad esempio, un Credo molto diffuso in azienda, è quello, secondo il quale, chi solleva problemi relativi alla sicurezza, verrebbe colpevolizzato o rimproverato perché rallenta il processo.
La possibile alternativa è cominciare a distinguere tra errori e violazioni.
Quando la persona commette un errore perché non è stata formata adeguatamente oppure perché non ha i mezzi adeguati per lavorare in sicurezza, quindi ogni qualvolta che siamo di fronte ad un errore non compiuto volontariamente, bisognerà capire come migliorare, coinvolgendo la persona nella risoluzione. In questo caso il lavoratore non dovrà essere punito in nessun modo, anzi, la sua collaborazione nel riportare il problema dovrà essere “rinforzata”.
Se, invece, l’errore è intenzionale si dovrà ritenere la persona responsabile di quell’errore con tutte le conseguenze del caso (just culture).
Un esempio, spesso citato per spiegare la paura delle persone nel riportare i problemi, è il caso della piattaforma petrolifera Piper Alpha del Mare del Nord, una delle più grandi del mondo, in cui morirono nel 1988, il 6 luglio, 167 persone. La causa, dopo accertamenti, indagini, processi, si constatò essere, tra le altre, la mancata comunicazione di guasti tecnici per la paura di dover fermare l’impianto.
L’esplosione e l’incendio conseguenti al guasto tecnico, causarono la morte di molte persone.
Eppure, nessuno mai disse agli operatori di non riportare i guasti, di non dire se c’era un difetto.
Dopo il disastro, tutte le procedure e gli standard relativi al settore oil & gas, furono cambiate.
Tornando alle nostre realtà aziendali, pensiamo a tutte le volte che mettiamo pressione ad un dipendente sulla qualità o sul tempo di lavorazione. Questo è sufficiente, nel tempo, a creare la credenza che la sicurezza non sia importante, che se qualcuno alza la mano per riportare qualche problema sulla sicurezza potrebbe essere punito in qualche modo perché rallenta la produzione.
MA IN CASO DI INCIDENTE SUL LAVORO, QUALI COSTI DOVREBBE SOSTENERE LA TUA AZIENDA? TEMPO PERSO, DENARO, CAUSE, PERDITA DI IMMAGINE…
Quindi, come imprenditori, dirigenti, RSPP, capireparto, manager, ecc. abbiamo tutti una responsabilità nella creazione delle credenze giuste e nella riduzione di quelle errate. Dobbiamo sempre porre la pressione sui valori importanti che devono essere presenti in azienda e comunicare questi valori alle persone.
In che modo?
Premiando le persone quando evidenziano un problema per la sicurezza piuttosto che punirle perché perdono tempo, impegnandosi nel miglioramento dei processi in base ai problemi riportati, ecc…
Questo articolo è il secondo relativo alla cultura della sicurezza. Leggi il primo articolo.
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